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La mole completa degli articoli di Guido Piccardi e la scoperta dei libri da lui scritti e messi all'Indice nel giugno 1906 dal vescovo di Fiesole il quale comminò "la pena del peccato mortale" per coloro che li leggessero o li detenessero spingerebbero a dare al presente lavoro una dimensione ben oltre l'obiettivo assegnatogli in partenza: mettere in evidenza la scelta di campo di un "sacerdote del basso clero" nella situazione politica italiana della fine del XIX secolo. La trattazione dei temi costituenti il filone principale delle riflessioni di Piccardi si nutre di ampi riferimenti ai Vangeli e alle Sacre Scritture, del confronto con tanti autori, italiani non, di varie correnti di pensiero. L'esame e la documentazione qui presentata si riferiscono all'aspetto politico dell'episodio: un prete che si fa assertore dell'incontro tra socialismo cristiano e socialismo scientifico sulle pagine del settimanale dei socialisti toscani i quali, d'altra parte almeno nel periodo 1896-1898 assegnano alle opinioni del sacerdote un ruolo prioritario nella loro battaglia politica. Tutto ciò conferisce alla vicenda un significato politico indiscutibile.